Zio Gaspare, un uomo con un metabolismo a fuoco bianco, aveva sempre in tasca qualche porcheria ed era magrissimo. Anche quella volta si cacciò la mano in tasca e offrì qualcosa al nipote dopo averlo abbracciato.
- Tieni un chicco di caffè, prendi Daniele! Me li danno al bar la mattina. Ce li mettono vicino alla tazzina. Io però non li mangio. Ti ricordi Gabriella, quando andavamo insieme a comprare il giornale?
- La giornalaia a Cinecittà?
- Te li dava sempre.
I ricordi dello zio. Li riproduceva come copioni indistruttibili senza possibilità di cambiamento. Peccato non fossero veri. Gli si poteva rimproverare che ogni volta la giornalaia li aveva trattati come normali sconosciuti. Per giunta, un trattamento insofferente. "La gentilissima Gabriellina dei chicchi di caffè. La figlia di Gianfranco."
A dubitare di questi particolari, che aggiungeva di volta in volta, lo zio si incupiva e diventava oscuro, acquoso. Cambiava discorso senza affrontare nulla di veramente significativo. Daniele si rassegnava. Avvertiva un consueto senso di alleggerimento e una tenue malinconia. Le cose andavano come sempre.
- Quanti esami ti mancano?
- Un paio più la tesi. Poi non so che farò di preciso.
- Se si costruisse la metropolitana a Roma ci sarebbe lavoro per tutti.
- Tu pensi alla metro, zio...
Quello lo interruppe: - Sai, stavo andando a comprare una regimental. Poi ti offro il caffè se vuoi. Ho dei chicchi di caffè. Ho parcheggiato la macchina a Piazza Augusto Imperatore. Ma sì, facciamo in giro. Qui a Via del Corso hai voglia a cravatte. A te ne servirebbe una. Insomma quando me la presenti la ragazza?
(Daniele, tratta bene tuo zio. Sai che per lui sei come un figlio.)
(Daniele!)
Lo zio continuò: - Ti servono un paio di scarpe per l'inverno, quando piove.
- E' caduta la distinzione tra scarpa invernale e estiva, zio.
- Vai da Cisalfa. Mi raccomando, comprati un paio di scarpe buone. Te le pago.
L'uomo si mise una mano in tasca e fu di nuovo felice di constatare che era piena di chicchi di caffè. Allungò una manciata di chicchi di caffè, ma subito aveva cambiato espressione. Quindi Daniele ebbe una sensazione spiacevole. Le mani dello zio tremavano molto. I chicchi di caffè erano caduti per terra.
- Oh, è un gran peccato, Daniele. Andiamo al bar, ti offro un caffè.
C'era molta gente a Via del Corso, alle sette e mezza di sera.





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filippo rosso


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