Su una stradina che sale a un parco. Sole accecante, un sole accecante estivo. L'uomo prende la sua roba e esce dall'auto.
Camminare fa bene. Rinvigorisce. Sette i litri di sangue spinti al cervello. Da tutti i capillari, senza dimenticarne uno, fragili come una ragnatela, il liquido affluisce diretto al cuore che esplode di genuina carnale esistenza. Poi ridiscende per le vie venose e si riallaccia a...
Aria, movimento, dinamicità dell'attività fisica. Quella volontà di anticipare le mosse, porsi con estrema lucidità nel controbattere, una competizione con se stessi - ma soprattutto con gli altri. Due gambe brune come bronzo, cosce tornite a perfezione, muscoli ineccepibili, assolutamente ineccepibili...
L'uomo stava cominciando a vedere la cima del parchetto, aggrappato su una altura di Hollywood. Da lì avrebbe visto la parte più profonda della città estendersi a dismisura sotto di sé come una razza marina.
La salita girava attorno a una collinetta più piccola coperta di arbusti e portava a una sbarra che non permetteva di proseguire oltre. Il caldo si faceva sentire. Si era girato su se stesso, prima il collo le spalle e il busto, poi il bacino le gambe e i piedi, e aveva visto in un solo sguardo tutta la città.
Ecco le colline, tutte soffocate dentro strati di fogliame argento nero, più in là il cordone dell'autostrada 405, un fronte lavico di macchine in movimento; il grande ammasso di xxx e in fondo la costa da Malibù a Manhattan Beach; l'aeroporto, il pier di Santa Monica e l'oceano...





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filippo rosso


#011

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